Onorevoli Colleghi! - Le differenze tra i capoluoghi di provincia e le città comunque rappresentative della regione Abruzzo sono cresciute in modo notevole.
      Il desiderio di autonomia, sempre più diffuso, nasce dalla constatazione che un comune, anche importante, non può più aspirare a servizi e a ruoli adeguati se non diventa esso stesso capoluogo di provincia. E infatti, in Abruzzo, i quattro capoluoghi di provincia hanno il monopolio dell'istruzione universitaria e l'eccellenza nella sanità.
      Addirittura, le quattro città capoluogo di provincia costituiscono un tavolo di coordinamento permanente per interloquire con maggiore efficacia nei confronti del Governo nazionale, della regione e dell'ANAS in ordine alle questioni legate a viabilità, grandi infrastrutture, parcheggi, immobili pubblici e aree demaniali.
      Occorre inoltre notare che l'attuale fotografia dell'ente provincia risale al 1861 e che, quindi, sarebbe necessaria una revisione globale per eliminare alcuni limiti emersi nel corso degli anni.
      Nessuno però ha il coraggio di affrontare il problema sociale della configurazione attuale delle province e allora si procede con interventi, quali appunto l'istituzione di nuove province, frutto delle capacità e della tenacia delle popolazioni locali e dei loro rappresentanti istituzionali.
      In Abruzzo, nel 1927, con l'istituzione della provincia di Pescara, si è venuta a creare una situazione del tutto particolare, ed esclusivamente tipica di tale regione: avere due capoluoghi di provincia situati a soli 12 chilometri l'uno dall'altro e con un uno di essi, Chieti, che si trova in una posizione del tutto atipica rispetto al resto del territorio della provincia stessa.

 

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      L'asse Chieti-Pescara indebolisce tutto l'Abruzzo meridionale, poiché, come tutti gli addetti alla programmazione sanno, senza opportuni correttivi l'area territoriale piú forte trasforma in periferia debole le altre aree.
      La configurazione delle province di Chieti e di Pescara, con i due capoluoghi posti a così breve distanza tra loro, determina una gestione poco efficiente delle risorse economiche, con un accentramento degli investimenti degli enti provinciali citati verso la direttrice Chieti-Pescara e con un conseguente impoverimento di tutto l'Abruzzo meridionale.
      Un diverso assetto provinciale consentirebbe, invece, di valorizzare in maniera più efficiente le grandi potenzialità di sviluppo. Alla luce di questa considerazioni, l'associazione culturale Frentania provincia si è fatta promotrice dell'iniziativa per l'istituzione della provincia di Lanciano-Vasto-Ortona e della Frentania.
 

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